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Cosa sono i flavonoidi e a cosa servono

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I flavonoidi sono presenti in molti alimenti che compongono la nostra dieta quotidiana ma in pochi sanno della loro esistenza. In questo articolo scopriamo nel dettaglio cosa sono i flavonoidi, dove si trovano e a cosa servono.

Cosa sono i flavonoidi?

Con il termine flavonoidi ci si riferisce a quei composti naturali, presenti nei vegetali, capaci di esercitare diverse attività biologiche importanti per l’organismo. Derivano dalla famiglia dei composti polifenolici, sono in prevalenza idrosolubili e per questo capaci di penetrare nelle membrane cellulari. Vengono chiamati anche pigmenti vegetali in quanto responsabili dei colori di frutta e verdura, in particolare dei frutti di bosco e delle bacche, disposti maggiormente sulla buccia.

Dove si trovano i flavonoidi?

I flavonoidi sono presenti in frutta e verdura come agrumi, frutti di bosco, mele e legumi e ancora in soia, tè, cioccolato e bevande come vino e tè.

Quanti tipi di flavonoidi esistono?

Ad oggi sono stati individuati circa 6000 composti dalla diversa attività e struttura chimica.(1)

Queste molecole sono considerate dai ricercatori un’importante difesa contro allergeni, virus e carcinogeni. La loro potente attività antiossidante sembra essere superiore a molte vitamine nel contrastare i radicali liberi. La loro azione protettiva si svolge principalmente nelle cellule, dove intervengono nel processo di ossidazione dei lipidi. Sono interessanti anche le proprietà antiallergiche dei flavonoidi, tanto che la loro struttura molecolare viene copiata ed usata come modello per molti farmaci antiallergici.(2) 

I flavonoidi sono classificati in 12 sottoclassi in base alla struttura chimica. Di questi, 6 sono contenuti principalmente in fonti alimentari di origine vegetale.

Nella tabella che segue è possibile visualizzare le sottoclassi e le fonti alimentari più comuni dove trovare queste importanti molecole. 

Classe  Sottoclasse  Fonti alimentari  
Antocianidine   Cianidina, Delfinidina, Malvidina, Pelargonidina, Peonidina, Petunidina  Bacche rosse, blu e viola; uva rossa e viola; vino rosso. 
Flavan-3-oli o Flavanoli 

   

Monomeri detti catechine: Catechina, Epicatechina, Epigallocatechina, Gallocatechina; e loro derivati ​​gallati  Tè bianco e verde, prodotti a base di cacao, uva, frutti di bosco, mele. 
Dimeri e Polimeri detti: Proantocianidine   Mele, frutti di bosco, prodotti a base di cacao, uva rossa, vino rosso 
Teaflavine, Tearubigine  Tè nero 
Flavonoli  Isorhamnetin, Kaempferol, Miricetina, Quercetina  Cipolle, scalogno, cavolo cappuccio, broccoli, mele, frutti di bosco, tè 
Flavoni  Apigenina, Luteolina, Baicalina, Crisina  Prezzemolo, timo, sedano, peperoncino 
Flavanoni  Eriodictyol, Hesperidina, Naringenina  Agrumi e succhi, ad esempio arance, pompelmi, limoni 
Isoflavoni  Daidzeina, Genisteina, Gliciteina, Biocanina A, Formononetina  Soia, alimenti di soia, legumi 

A cosa servono i flavonoidi? 

A partire dagli anni 90 l’interesse per i flavonoidi alimentari è cresciuto sempre di più, portando ad una maggior comprensione delle loro funzioni. Ora vediamo quali sono le 3 azioni principali svolte dai flavonoidi per poi analizzare nello specifico il loro potenziale da un punto di vista della prevenzione. 

1. Attività antiossidante diretta 

I flavonoidi sono senza dubbio efficaci spazzini dell’organismo, in grado di contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi. Tuttavia, anche con assunzioni molto elevate, è probabile che le concentrazioni plasmatiche ed intracellulari rimangano inferiori a quelle degli altri antiossidanti, come la vitamina C, l’acido urico e il glutatione. Inoltre, la maggior parte dei flavonoidi circolanti sono metaboliti, con attività antiossidante inferiore, rispetto al flavonoide genitore (7). Per far sì che queste molecole svolgano un’attività protettiva tangibile è necessario sommare all’azione antiossidante diretta, processi come la chelazione dei metalli e i meccanismi di segnalazione cellulare. 

2. Chelazione dei metalli 

Gli ioni metallici, come ferro e rame, se presi singolarmente, possono catalizzare la produzione di radicali liberi. In questo caso l’importante capacità dei flavonoidi di chelare, cioè legare ed isolare tali ioni, ne riduce drasticamente la formazione (8). In ogni caso, è bene precisare che negli organismi viventi, la maggior parte del ferro e del rame sono legati a proteine specifiche, il che limita la loro partecipazione a reazioni che producono specie radicaliche dannose, sebbene i flavonoidi siano sempre pronti ad intervenire a protezione dell’organismo. 

3. Effetti sulle vie di segnalazione cellulare 

Le complesse cascate di eventi che portano ai cambiamenti dell’espressione genica, sono note come vie di segnalazione cellulare o vie di trasduzione del segnale. Questi percorsi regolano numerosi processi cellulari, come la proliferazione, la differenziazione, le risposte infiammatorie , la morte cellulare programmata e la sopravvivenza. Sebbene all’inizio degli studi sui flavonoidi si fosse  ipotizzato che gli effetti biologici fossero esclusivamente correlati all’attività antiossidante, ad oggi grazie alle prove disponibili, derivanti da esperimenti su colture cellulari, possiamo suggerire che i flavonoidi intervengono anche in attività antinfiammatorie, antibatteriche, antitumorali e neuroprotettive, grazie alla loro capacità di modulare le vie di segnalazione cellulare (9). 

Ogni sottoclasse di flavonoidi contiene sostanze chimiche in grado di generare potenziali benefici per la salute, grazie alle quali vengono attivate particolari risposte da parte del corpo, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. Di seguito vedremo come questi riescono ad intervenire nei meccanismi patogenetici, scongiurando malattie cardiache, diabetiche, cancerose e neurocognitive. 

Proprietà dei flavonoidi: l’importanza nella prevenzione delle malattie

Attraverso le tre azioni principali svolte dai flavonoidi alimentari è possibile agire su più fronti nella lotta contro malattie gravi e potenzialmente degenerative.

Di seguito sono elencati i campi d’azione e i relativi meccanismi messi in gioco dai flavonoidi per garantire il benessere fisiologico. 

Prevenzione delle malattie cardiovascolari 

È stato dimostrato che i flavonoidi riducono l’infiammazione della zona cardiaca: 

Prevenzione del diabete 

È stato scoperto che i flavonoidi interferiscono con la digestione, l’assorbimento e il metabolismo dei carboidrati,(11) infatti ciascuna sottoclasse presenta proprietà anti diabetiche che permettono: 

Prevenzione del cancro 

È stato studiato che i flavonoidi nella prevenzione contro il cancro: 

Prevenzione delle attività neurocognitive 

Si ritiene che i flavonoidi promuovano la neurogenesi, la crescita sinaptica e la sopravvivenza dei neuroni nelle regioni cerebrali legate all’apprendimento e alla memoria (13): 

Fabbisogno giornaliero di flavonoidi 

Ad oggi è difficile definire una stima riguardo l’assunzione giornaliera di flavonoidi poiché i dati disponibili sono limitati al quantitativo contenuto negli alimenti. 

In linea di massima, però, grazie ad uno studio danese (6), si è potuto riscontrare che chi consuma regolarmente buone quantità di flavonoidi riduce il rischio di incorrere in malattie degenerative o associate a morte precoce. Secondo tale analisi bastano 500 mg/di flavonoidi per ottenere il fabbisogno giornaliero richiesto dal corpo. 

In generale però la biodisponibilità è bassa a causa dell’esteso processo metabolico e della rapida escrezione. Viste le circostanze diventa indispensabile fare il pieno di frutta e verdura così da contrastare i meccanismi che ostacolano la corretta assimilazione di flavonoidi, ricavandone tutti i benefici che fanno bene all’organismo. Le principali fonti alimentari di flavonoidi includono soia, tè, agrumi, frutti di bosco, vino rosso, mele e legumi. 

Conclusioni e riepilogo

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