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La contrattura muscolare: cosa è davvero?

uomo muscoloso si tocca i trapezi con entrambe le mani dopo una contrattura muscolare

La contrattura muscolare è un fenomeno tanto comune quanto vago in ambito sportivo. Viene descritta da atleti e preparatori come una contrazione involontaria, persistente e dolorosa di un muscolo scheletrico, associata a rigidità muscolare e limitata mobilità articolare.

Questi concetti sono spesso utilizzati anche in ambito clinico, quando i professionisti sanitari riferiscono di palpare zone di rigidità muscolare, identificando in esse la causa dei sintomi. Il trattamento, a questo punto, sembra ovvio: risolvere le contratture per risolvere i sintomi. 

Ma che cosa è davvero una contrattura muscolare? Vediamolo insieme.

Definizione e classificazioni

In medicina è necessario stabilire dei criteri diagnostici per poter definire una malattia. Una volta identificati, è possibile studiare una patologia, le sue caratteristiche e le terapie efficaci per trattarla. Da questo processo nascono classificazioni come la International Classification of Diseases (ICD), la classificazione internazionale stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità utilizzata dai clinici per concordare i criteri diagnostici delle patologie. (1)

Per quanto riguarda le contratture, la classificazione britannica degli infortuni muscolari (2) identifica un Grado 0 delle lesioni muscolari (più comunemente note come strappi). Questo grado è caratterizzato da “dolore muscolare focalizzato, spesso accompagnato dalla percezione della contrazione muscolare”, senza evidenza di alterazioni della struttura muscolare all’ecografia o alla risonanza magnetica. 

Una più recente classificazione italiana descrive invece un “disordine muscolare indotto da fatica” o fatigue- induced muscular disorder (FIMD) (3), definito come un “dolore muscolare di tipo crampiforme che insorge durante o successivamente all’attività fisica, anch’esso senza evidenti segni all’ecografia o alla risonanza”. 

Entrambe le classificazioni concordano sul distinguere questo tipo di affezioni dai dolori muscolari ad insorgenza ritardata o delayd onset muscle soreness (DOMS), sintomi comuni che si sviluppano 24-48 ore dopo un allenamento muscolare intenso (4). 

Come riconoscere la contrattura muscolare

Sebbene una chiara definizione di contrattura muscolare sia assente, spesso si afferma di poter facilmente identificare le stesse attraverso la palpazione e le manipolazioni. Solitamente il punto o la zona più dolorosa viene associata a quella più “contratta” o rigida.  Tuttavia, la capacità di identificare anche solamente il lato affetto in soggetti con lombalgia (mal di schiena) o cervicalgia (torcicollo) risulta piuttosto scarsa.

Gli studi

Circa 200 pazienti con dolore unilaterale sono stati esaminati da esperti in terapia manuale allo scopo di valutare l’affidabilità degli stessi nell’identificare il lato dolorante percependo la rigidità muscolare con la palpazione manuale. La capacità degli specialisti nel determinare correttamente il lato sintomatico si è dimostrata di poco superiore (65%) rispetto al lancio di una monetina (6). 

In un altro studio sono stati confrontati i punti con maggior sensibilità al dolore individuati alla palpazione manuale e quelli con minor deformazione alla pressione meccanica (ovvero i più rigidi o “contratti”) a livello dei muscoli trapezi in soggetti sani. Dal confronto è emerso come due dei punti valutati come i più sensibili alla palpazione non fossero i più rigidi, bensì quelli che si deformavano maggiormente, ovvero i meno contratti (7). 

Esami strumentali: rigidità riferita e misurata

La sensibilità manuale non sembra dunque essere in grado di identificare i punti di maggior rigidità muscolare sede delle contratture. Attraverso delle valutazioni oggettive è possibile invece misurare la rigidità in chi riferisce di “essere contratto”.

Gli strumenti

Questi studi dimostrano come, anche in assenza di misurazioni oggettive di aumentata rigidità muscolare, i pazienti possano percepire e riferire sensazioni di rigidità e come queste percezioni possano essere modificate da altri stimoli sensoriali. 

Contrattura e tono muscolare

Spesso le contratture muscolari vengono descritte anche come zone o fibre muscolari caratterizzate da aumentato tono o ipertono. Tuttavia, il tono muscolare, che si definisce come la resistenza passiva dei muscoli all’allungamento o come l’attività muscolare che mantiene l’assetto posturale, risulta aumentato solo in caso di lesioni nervose o patologie neurodegenerative (es. morbo di Parkinson, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica) (5).

Questo tipo di patologie comporta alterazioni e deficit posturali permanenti, sintomi che si discostano dal fenomeno delle contratture muscolari caratterizzate solitamente da una rapida risoluzione. 

Contrattura muscolare e stretching

Sebbene non vi siano dati oggettivi di aumentata rigidità o ipertono muscolare in chi riferisce di essere contratto, le terapie spesso proposte si basano sul presupposto che bisogna “allungare il muscolo contratto” per ridurre la rigidità ed il tono muscolare. Lo stretching è, infatti, tra i primi rimedi ad essere consigliato in questi casi. 

Tuttavia, l’efficacia dello stretching statico è limitata, questo perché esso non è in grado di modificare la struttura muscolo-tendinea e gli adattamenti che si sviluppano in seguito al mantenimento di determinate posizioni sono dovuti ad un aumento della tollerabilità alle stesse e non ad un allungamento muscolare (9). 

Contrattura muscolare e rimedi

Cosa fare dunque in caso di una contrattura muscolare? Una volta escluse patologie serie che possono determinare sintomi come dolore muscolare e riduzione della mobilità articolare (quali lesioni muscolari, nervose o patologie infiammatorie) la cui gravità dei sintomi raramente è sovrapponibile a quelle delle contratture (caratterizzate da un decorso breve e da una rapida soluzione), il rimedio migliore è un’esposizione graduale e progressiva al movimento.

L’esercizio fisico, infatti, è in grado di ridurre i sintomi grazie ad un’azione analgesica e permette di recuperare la mobilità articolare, di frequente ridotta come conseguenza del meccanismo di difesa indotto dal dolore. Le sensazioni di rigidità sono infatti spesso frutto di un’alterata percezione e l’esercizio fisico modifica queste sensazioni riportandole verso la normalità.

Conclusioni

Punti chiave

In conclusione, non essendoci in letteratura scientifica una definizione precisa del fenomeno sopra descritto, il codice identificativo ICD delle contratture muscolari rientra nella classificazione di “anormale funzionalità muscolare che non rientra in altre categorie”.

In sostanza, le contratture sono una diagnosi di esclusione, i cui sintomi sono descritti in maniera diversa a seconda della classificazione utilizzata, senza evidenza di alterazioni strutturali alle indagini radiologiche, non individuabili alla palpazione manuale e prive di misurazioni oggettive di aumentata rigidità muscolare. 

Le sensazioni di rigidità spesso riferite in associazione al dolore muscolare sono un fattore correlato ma non scatenante e rappresentano un meccanismo di difesa che il corpo attua in risposta ad un’esperienza complessa e multifattoriale come quella dolorosa. 

AVVERTENZE: Le informazioni qui contenute sono a scopo puramente divulgativo e non costituiscono né sostituiscono in nessun caso opinione medica professionale. Consultare sempre il proprio medico curante o il parere di uno specialista. 

Bibliografia
  1. Harrison JE, Weber S, Jakob R, Chute CG. ICD-11: an international classification of diseases for the twenty-first century. BMC Med Inform Decis Mak. Published online 2021. doi:10.1186/s12911-021- 01534-6 
  2. Pollock N, James SLJ, Lee JC, Chakraverty R. British athletics muscle injury classification: a new grading system. Br J Sports Med. Published online 2014. doi:10.1136/bjsports-2013-093302 
  3. Bisciotti GN, Volpi P, Amato M, et al. Italian consensus conference on guidelines for conservative treatment on lower limb muscle injuries in athlete. BMJ Open Sport Exerc Med. Published online 2018. doi:10.1136/bmjsem-2017-000323 
  4. Hotfiel T, Freiwald J, Hoppe MW, et al. Advances in Delayed-Onset Muscle Soreness (DOMS): Part I: Pathogenesis and Diagnostics. Sportverletzung-Sportschaden. Published online 2018. doi:10.1055/a- 0753-1884 
  5. Ganguly J, Kulshreshtha D, Almotiri M, Jog M. Muscle tone physiology and abnormalities. Toxins (Basel). Published online 2021. doi:10.3390/TOXINS13040282 
  6. Maigne JY, Cornelis P, Chatellier G. Lower back pain and neck pain: Is it possible to identify the painful side by palpation only? Ann Phys Rehabil Med. Published online 2012. doi:10.1016/j.rehab.2012.01.001 
  7. Andersen H, Ge HY, Arendt-Nielsen L, Danneskiold-Samsøe B, Graven-Nielsen T. Increased Trapezius Pain Sensitivity Is Not Associated With Increased Tissue Hardness. J Pain. Published online 2010. doi:10.1016/j.jpain.2009.09.017 
  8. Dieterich A V., Yavuz UŞ, Petzke F, Nordez A, Falla D. Neck muscle stiffness measured with shear wave elastography in women with chronic nonspecific neck pain. J Orthop Sports Phys Ther. Published online 2020. doi:10.2519/jospt.2020.8821 
  9. Freitas SR, Mendes B, Le Sant G, Andrade RJ, Nordez A, Milanovic Z. Can chronic stretching change the muscle-tendon mechanical properties? A review. Scand J Med Sci Sport. Published online 2018. doi:10.1111/sms.12957  
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